domenica 4 dicembre 2011

10 modi per uccidersi


Un caffè con stricnina
Impiccarsi in cantina
Buttarsi sotto un treno
Tagliarsi le vene longitudinalmente (non trasversalmente, mi raccomando, altrimenti vi tagliate solo i tendini)
Buttarsi giù da un ponte (min 30 metri senz’acqua 120 metri con acqua sotto)
Buttarsi sotto la metro andando incontro al vagone di testa
Infilarsi un pugnale nel cuore
Gettarsi a tutto peso su una lancia fissata per terra
Prendere un fucile e infilarselo in bocca
Spararsi alla tempia con una pistola

James Frey – In un milione di piccoli pezzi


A volte ti senti perduto,  pervaso dal rancore, dalla rabbia, dalla tristezza. Capita di perdere la speranza anche, a volte. Poi succede che un giorno a pranzo ti dica “Ehi mi hanno consigliato un libro. Si chiama In un milione di piccoli pezzi, l’autore si chiama James Frey, se non sbaglio. Mi hanno detto che è un libro molto forte, però bellissimo”.
E allora capita che torni in ufficio, ordini su Amazon il libro, e dopo un paio di giorni inizi un viaggio toccante dentro le pagine di James Frey e in fondo anche dentro te stesso.
Di cosa parla il libro? E’ la narrazione dell’esperienza autobiografica di disontossicazione dalle droghe e dall’alcool fatta dall’artista in un centro specialistico negli Stati Uniti. Il libro parla delle dipendenze, dell’accettazione di se stessi e della propria limitatezza, della paura e dell’angoscia del vivere, e dell’inferno delle sostanze. Soprattutto parla del coraggio di riprendere in mano la propria vita, dell’accettare se stesso a tal punto da avere la forza di confessare ogni nefandezza ai propri genitori, perché capiscano e accettino per la prima volta chi è davvero proprio figlio. Parla della rabbia e del terrore, parla della perdita di coscienza e del ritrovare il coraggio di vivere. Soprattutto è un inno all’amore verso la vita, un amore non romantico, non hollywoodiano: un amore autentico per la propria esistenza e per la condizione umana anche nelle sue peggiori miserie, un amore che nasce dall’accettazione dei propri limiti e dalla consapevolezza dei propri aspetti peggiori, un amore che nasce dal fatto che questa vita, per quanto limitata e spesso deludente, è l’unica che abbiamo. E’ un libro sull’abbandono, sulla perdita di se stessi e sul ritrovarsi in fondo al nulla della propria anima. E’ un libro sul prendere consapevolezza dei propri peggiori fantasmi, degli aspetti peggiori di noi stessi, e sulla decisione di accettarsi e ricominciare a vivere e ad amare.
Perché come dice Frey, in fondo di fronte alle dipendenze e all’abbandono di se stessi, di fronte all’oblio, di fronte alla pace tossica di una bottiglia o di una dose di crack, c’è una decisione da prendere. Sta a noi decidere, decidere di guardarci allo specchio. Decidere di scrutare nelle profondità dei nostri occhi, e poi decidere di volere convivere quello che vediamo nelle profondità di questi occhi. Decidere che vogliamo convivere con noi stessi e di amarci per quello che siamo. Decidere che questa vita la vogliamo vivere.

mercoledì 30 novembre 2011

Scrittura automatica


La scrittura automatica è un esercizio che ogni persona che si accinge a scrivere dovrebbe fare per entrare in contatto con se stesso, per entrare nel flusso, per sfogare l’ansia, per affrontare il momento iniziale di paura dal foglio bianco, per affrontare l’ansia di prestazione legata alla scrittura, per affrontare il blocco dello scrittore che nella realtà non esiste. Per affrontare i fantasmi e iniziare a scrivere.
L’esercizio è semplice.
Sedetevi davanti al computer ( o davanti a un foglio).
Mettetevi comodi. Respirate bene e rilassatevi.
Mettete della musica che vi dia ispirazione o che vi rilassi, se volete.
E poi iniziate.
Iniziate a scrivere qualsiasi cosa vi passi per la testa.
Potete scrivere anche “non so cosa scrivere non so cosa scrivere io ora non so cosa scrivere mi piacerebbe tanto avere qualcosa da scrivere ma ho la mente vuota blablablablaaaaaaaaaaaa”.
C’è una sola regola: non dovete mai smettere di scrivere fino a che non finisce il tempo che vi siete dati.
Provate!
E’ un esercizio fantastico, all’inizio probabilmente vi sembrerà un po’ strano, ma poi sentirete immagini e pensieri e parole fluire liberamente sul foglio.
Quando avete finito, non cancellate e non buttate ciò che avete scritto.
Conservate invece sempre il prodotto dell’esercizio di scrittura automatica.
Sono sicuro che quando più avanti andrete a riprendere il testo che è uscito, ritroverete qualche frase, spunto o idea preziosa da riutilizzare o semplicemente da gustare mentre la rileggete.


Software utili per l'esercizio (e in generale per scrivere senza distrazioni): Darkroom, Writeroom, Writely ecc. ecc.

Milano



Ascoltare i Sigur Ros mentre fuori passano le macchine.
Ascoltare i miei pensieri mentre passano i Sigur Ros.
Pensare di voler scrivere qualcosa.
Pensare di volerti scrivere qualcosa.
Le cose cambiano.
Il tuo viso oggi non è quello del mese scorso.
Il nostro rapporto oggi non è quello del mese scorso.
Le cose passano cambiano si modificano.
Qualcosa svanisce.
Qualcuno svanisce.
Il tuo viso svanisce.
Sei solo un’immagine che scorre nella mia mente mentre ascolto Milano dei Sigur Ros.
Ormai non sei più niente.
Da domani dovrai essere poco più di niente.
E’ necessario allontanarti perché io torni ad essere sorridente.
E’ necessario tenerti lontana per guarire da queste ferite.
Non ho più nulla da darti credo, non ho più nulla che ti può servire.
E tu non mi dai più nulla che non mi faccia soffrire.
E’ necessario svanire ora e rimanere solo qui ad ascoltare domani.
E’ necessario perché da domani vorrei tornare ad essere sorridente.
E’ necessario perché vorrei smettere di sanguinare, e vorrei tornare a guardare il mondo e vivere il mondo e ridere nel mondo e amare la gente. E se ci sei tu questo mi è impossibile.
Spero che tu capisca.
Sono convinto che anche da sola ti troverai benissimo.
A Milano.

martedì 29 novembre 2011

In morte di Lucio Magri

In questi giorni è morto Lucio Magri.
E' morto sucida, aiutato da un medico in Svizzera.
Al di là della preghiera e del raccoglimento che in questi momenti devono esserci sempre, e al di là del rispetto per il modo scelto da Magri per porre fine alla sua esitenza, la sua morte mi ha fatto ripensare a questi ultimi sessant'anni italani, alla sinistra, al PCI.
Mi ha fatto pensare a tutti gli intellettuali e alle decine di milioni di persone che accecati dall'ideale condivisibile di un mondo migliore e più giusto, si sono sbagliati, dando incredibilmente retta a teorie e linguaggi completamente sbaglati.
Che Marx non avesse capito nulla di economia lo hanno spiegato in molti.
Soprattutto è impressionante leggere gli scritti della scuola austriaca di economia, di Mises e dei suoi più recenti teorici.
Putroppo è solo da qualche hanno che ho scoperto del tutto le teorie della scuola austriaca, ma mi hanno aperto gli occhi sul mondo.
Mi hanno aperto gli occhi sul fatto che abbiamo vissuto per decenni nell'errore economico, e come sempre accade in questi casi, ora cominciamo a vedere lo tsunami causato dagli errori del passato.
E mi ha fatto specie pensare a persone come Magri, intellettuali valenti e profondi, che dal punto di vista politico economico, di fatto, non avevano capito nulla, pur senza nulla togliere alla loro cifra intellettuale ed esistenziale.
E' un peccato, un peccato davvero, che persone di tale qualità e intelligenza siano state fuorviate da errori teorici macroscopici e abbiano di fatto perseguito senza volere una società più ingusta e bloccata e antiumana.

Perchè questo blog - Will Hunting e i cervelli perduti

E' dal 2002 che seguo il mondo dei blog.
Ed è dal 2002 che vorrei riuscire a progettare ed aggiornare un blgo che funzioni.
Nella teoria so benissimo come si fa, ma sono una persona inconcludente e alla fine tra ricerca di una nicchia e delle migliori strategia non ho mai fatto nulla che durasse più di cinque post.
Così nasce questo blog.
Fare un blog generalista, come i teorici sconsigliano.
Tenere traccia di qualcuno dei miei pensieri, inutili per la maggior parte del mondo.
Battere il mio record di sei post.
Con questo post sono già a meno 5 dall'obiettivo.
Non male.
Come mi è venuta l'ispirazione per questo blog?
Beh non che ci voglia molto a farsi venire l'ispirazione per un blog come questo in cui scriverò di fatto tutto quello che voglio, ma l'idea mi è venuta con Will Hunting.
In Italia si parla tanto di cervelli in fuga, ma pochi pensano ai cervelli perduti, ai tanti Stefano Lavori che non fonderanno mai una società che si chiama Mela Spa conquistando i mercati globali, ma che più realisticamente faranno gli impiegati tutta la vita.
Ai tanti Will Hunting che magari non hanno incontrato il professore giusto e sono rimasti a fare i muratori nel loro quartiere malfamato.
Ecco questo blog è dedicato a quelli come me che  magari un pò di cervello ce l'hanno, ma per mancanza di carattere, agganci, per non avere fatto gli incontri giusti, per non essere così attrezzati da gestire un ambiente ammazzatutto come l'Italia, alla fine non hanno concluso molto nella loro vita.
Forse però, questi lost brain qualcosa da dire, qualche cazzata ce l'hanno ancora.
Io le mie cazzate le scriverò qui, a volte serie, a volte più ironiche, in generale tutte piuttosto inutili.
Ma almeno che ne rimanga traccia.
Cari lost brains, cari guerrieri di questa nostra italia di fine millennio, forse non avrete fondato Google, ma so benissimo che là fuori, da qualche parte, siete ancora vivi e siete ancora brillanti nonostante tutto.
E allora se capitate qui, e se vi va, lasciate un saluto, un'idea, una traccia del vostro talento, per dimostrare che prima di andare a riprendere i cervelli in fuga all'estero, forse sarebbe meglo cominciare a valorizzare chi ha scelto di restare in italia e combattere, nonostante tutto, cercando anche in qualche modo di essere felice.
Questo blog non è per frustrati o delusi, intendiamoci.
E' solo un mio spazio per scrivere quello che mi va sul mondo, e spero un posto dove qualcun altro potrà dire la sua.